Il bassista dei Sex Pistols morì di overdose a soli ventun’anni
Sid nel caos per l’ultima volta. La sera del 1 febbraio 1979, a New York si festeggiava: al 66 di Bank Street, casa di Michele Robison, c’era una cena in onore del suo ragazzo. Si chiamava John Simon Ritchie, in arte Sid Vicious, e la casa discografica della sua band, i Sex Pistols, aveva appena pagato una grossa somma di denaro per vederlo uscire di prigione.
Sid era accusato di aver ucciso Nancy Splungen con una coltellata: ci sarebbe stato un processo, è vero, ma dopo la cauzione e dopo la sua disintossicazione nel carcere di Rikers Island c’era motivo di celebrare.
Qualcuno, forse la madre di Sid, decise di esagerare un po’. La mattina dopo Sid era morto. Ventun’anni di vita violenta gli bastarono a trasformarlo in icona.
(fonte: RollingStoneMagazine)
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