Ha scelto la filosofia, questa volta, Roberto Kunstler, come volano di ispirazione per scrivere una canzone. La filosofia mescolata alla storia.
Cantautore e poeta, uno degli ultimi “veggenti” della musica italiana, anche disegnatore, come ha recentemente dimostrato per tramite della sua esperienza con il progetto multidisciplinare Vita d’artista, che è diventato anche un libro/pamphlet sull’arte (Arsenio Edizioni, 2020).
Una canzone, Davanti alla fine del mondo, che nasce per Kunstler dall’incontro, veicolato dall’amico giornalista e politologo Massimo Ricciuti, con il filosofo Mauro Cascio; autore di più di venti saggi (alcuni dei quali con prefazioni di Emanuele Severino e Massimo Cacciari, del quale è stato allievo) e fondatore dell’Antologia di Studi tradizionali Luz e del trimestrale di orientamento liberale Diritto e Libertà.
Un libro scritto da Cascio che contiene una serie di appunti filosofici sotto forma di storie per non morire, colpisce profondamente la fantasia e la sensibilità del grande cantautore che decide cosi di utilizzare questi testi del filosofo come traccia narrativa per una manciata di canzoni che escono dalla sua penna in un lampo, come d’incanto. In poche ore.
Una canzone tra queste, quella che andiamo a presentarvi, anticipa l’uscita di un EP di inediti, prevista a gennaio 2021, che prenderà lo stesso titolo: Davanti alla fine del mondo. Un lavoro decisamente concept, come si diceva una volta, dove la poesia va a braccetto con la storia e con profonde riflessioni sul nostro essere uomini contemporanei figli di un tempo promiscuo e complesso. Una canzone sull’autocoscienza e sul nostro destino di esseri umani che dal mare lontano ritrovano alla fine la pace.
La canzone è brevissima, fulminante, come una freccia. Possiede un andamento elettroacustico incisivo, abrasivo, modernissimo. Un arrangiamento pop che non tradisce l’originale e unica, inconfondibile cifra stilista e autoriale di Kunstler. Che tanto ha dato e continua a dare alla musica d’autore italiana.
Una canzone, potremmo dire, che gira intorno a noi. Al nostro sentire questo tempo che sempre più ci appare giunto ad un capolinea inaggirabile. E di fronte al quale dobbiamo fare i conti e fermarci a riflettere. Magari aiutati da una musica come questa che vi andiamo a presentare.
Nata in tempo reale, dopo la lettura dei testi del filosofo che usa un linguaggio degradato in cui i personaggi si chiamano semplicemente A e B. Una provocazione in musica sotto il segno di un pensiero di Raymond Carver che sostiene una verità semplice e profonda: “Le parole sono tutto quello che abbiamo, perciò è meglio che siano quelle giuste.”
Prodotta artisticamente insieme al fido amico Francesco Musacco con cui Roberto Kunstler ha realizzato gli ultimi lavori, compreso l’ultimo album del 2019 che porta il titolo di Senza dire niente.
Il brano che vi anticipiamo si inserisce in un innovativo progetto di sostegno alla canzone d’autore, grazie al quale l’artista girerà in forma elettro/acustica l’Italia tramite una nuova rete di associazioni culturali e politiche: quando le norme vigenti lo permetteranno e la situazione della musica dal vivo tornerà normalizzata, cosa che ci auspichiamo accada molto presto per tutto il comparto culturale e musicale italiano e non.
Ha scelto la filosofia, questa volta, Roberto Kunstler, come volano di ispirazione per scrivere una canzone. La filosofia mescolata alla storia. Cantautore e poeta, uno degli ultimi “veggenti” della musica italiana, anche disegnatore, come ha recentemente dimostrato per tramite della sua esperienza con il progetto multidisciplinare Vita d’artista, che è ...
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